Il battocchio è costituito
in modo piu’ o meno evidente, dipendendo da eventuali elementi decorativi
aggiunti, da una parte fissata alla struttura stabile dell’infisso e da una
parte mobile. Quest’ultima a cui è permessa una piccola escursione, permette
la percussione, con leva, fulcro e braccio definiti in uno spazio limitato.
Nell’analisi formale di un battocchio,
vengono evidenziati tre elementi: il “corpo”, la “testa” costituita dalla parte
che batte contro la porta e lo “snodo” cioè la cerniera costituita da una parte
fissata all’uscio e da una parte mobile che si articola sull’elemento fissato
alla porta. In alcuni manufatti esiste anche un quarto elemento, la “piastra di
fondo”, staccata dal corpo ed inchiodata dietro lo snodo, sulla porta. Il punto
della porta toccato dalla testa del battente è realizzato
come borchia, dado o chiodo e viene chiamato “incudine”. Questo quarto elemento
è materialmente staccato dal corpo del battocchio, ma spesso risulta essenziale
dal punto di vista della composizione e dell’estetica dell’insieme.
La testa assume configurazioni diverse:
puo` essere ingrossata a formare un nodo (tondo o poligonale) o essere
indistinta rispetto al resto del battente. A volte è segnalata
da un dado (che evita il contatto diretto del corpo del battocchio con la
porta) sul retro e/o da un pomello davanti (che funziona da presa) che puo`
avere sopra ulteriori elementi decorativi. Anche nel caso dei battenti a
martello alcune volte serve il dado sul retro.
Lo snodo puo` essere di due tipologie: la
prima è una sorta di laccio che avvolge il corpo del battocchio con le estremità
che vengono riunite ed incastrate nel legno della porta, la seconda è una
piccola asta nello spessore della porta che termina con una forcella, con un
perno che attraversa forcella e corpo del battocchio. A volte lo snodo è
realizzato anche all’inverso, con la forcella sporgente ed il perno che
attraversa l’astina nella porta.
Fonte: Ferro Civile, a cura di A. Cesati, F. Cesati, J. Lorenzelli e A. Veca, 1991, Galleria Lorenzelli, Bergamo: Amilcare Pizzi Ed. |
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