giovedì 31 ottobre 2019

#8 LA COSA


Quando penso al Gran Sasso, alle case dei borghi inerpicati alle sue pendici, mi vengono in mente il freddo, la neve e l’accoglienza della gente del luogo.

Tra le “cose” presentate, ho scelto il battocchio perche’ mi ricorda questa accoglienza...  Bussi, ti aprono, entri e qualcuno ti accoglie vicino al fuoco scoppiettante del camino, acceso per gran parte dell’anno. Che tu sia locale o forestiero non puoi andartene se non condividi con loro del buon pecorino locale con un bicchiere di montepulciano e il pane del forno a legna, o delle ferratelle accompagnate da un bicchierino di genziana o ratafia. Il battocchio, oggetto essenziale o elegante, ti racconta lo stile della casa, il carattere dei proprietari, segnala la tua presenza alla porta, e ti ricorda il calore e il valore dell’accoglienza.

Una mia foto.

lunedì 28 ottobre 2019

#7 UN FILM


Il Gran Sasso offre uno scenario unico per l’ambientazione di film, con paesaggi a volte quasi lunari, fuori dal tempo e dallo spazio, che aiutano lo spettatore all’introspezione, all’astrazione, alle riflessioni piu` profonde e piu` intime…

Uno degli ultimi film, girato anche sull’altipiano di Campo Imperatore, attinge alla fisica dei buchi neri, prendendo il titolo dall’orizzonte degli eventi, zona limite nello spazio-tempo, dove la velocita` di fuga equivale alla velocita` della luce ed oltre il quale nulla puo` sfuggire al buco nero.

Locandina del film


Max e` un fisico che, nonostante le importanti opportunita` che gli vengono offerte dalla vita, non regge alle responsabilita` del quotidiano, entra in crisi e vorrebbe fuggire da tutto e tutti. Un incidente in auto a Campo Imperatore, dove viene soccorso dal pastore albanese Bajram, lo  catapulta nella concretezza di una realta` completamente diversa, regolata da altre dinamiche, ma altrettanto drammatica. Max confida a  Bajram che voleva uccidersi e sembra apprezzare l’amicizia che gli offre il pastore, vittima di alcuni usurai, promettendogli un aiuto economico. Ma non mantiene la promessa, Bajram verra` barbaramente ucciso dai sui aguzzini e nel finale del film Max, che ha raggiunto il suo “orizzonte degli eventi” sembra voler ritornare al suo passato. I continui errori accumulati, le esperienze vissute senza orgoglio e capacita` di riscatto, l’incapacita` di sublimare e superare sconfitte e fallimenti, fanno pero` presagire per lui un processo irreversibile ed un futuro senza speranza…


La foto del Gran Sasso e` mia.


#6 IL NOME DEL LUOGO



Gran Sasso d’Italia, un luogo significativo, un unicum centrale nella penisola Italiana, espressivo gia` nei suoi toponimi. Perche` questo nome?
Una mia foto del Gran Sasso

Per la sua posizione nella penisola Italiana, i Romani lo chiamavano Fiscellus Mons (Monte Ombelico). Lo chiama cosi` Plinio il Vecchio, nel suo Naturalis historia dove il primo termine significa “piccolo paniere” (di canne), ma in modo simbolico raffigura un ombelico… Anche Catone e Silio Italico utilizzano questo nome. 

In seguito, prima del Rinascimento, altri autori, come il Francesco De Marchi, lo chiamano Monte Corno.
Con il nome Corno veniva indicato sia il Corno Grande che il complesso di montagne vicine. Il De Marchi fu alpinista, speleologo ed ingegnere militare bolognese ed e` ricordato principalmente per essere stato il primo a scalare il “Corno Monte”, accompagnato da due amici e da tre “chacciatori di chamoccie” di Assergi, nel 1573: “mirando all'intorno, pareva che io fussi in aria”.


Il geografo R. Almagia`, fa risalire il nome "Gran Sasso" al Rinascimento. Per questo autore, il primo abbozzo del toponimo è da ricercarsi in uno scritto del 1636 di F. Zucchi di Montereale, in cui si fa riferimento al massiccio come al «Sasso d'Italia». Si prefigura un nuovo nome che e` anche un nuovo sentimento ed una nuova idea: quella di Nazione.

E` solo nella seconda meta` del XVIII secolo che compare il nome moderno. Un primo documento con entrambi i toponimi e` la Carta topografica del Contado e della Diocesi dell’Aquila che riporta: “Monte Corno ovvero Gran Sasso d’Italia. Ancora oggi in alcuni dei borghi locali intorno al massiccio, si sente nominare il toponimo "Monte Corno".

Nel corso del tempo, molti sono i soprannomi che sono stati attribuiti al Gran Sasso, da quelli letterari, come il “gigante dormiente” di Gabriele D’Annunzio, riferendosi al mito sulla sua nascita, a quelli piu` popolari, persino nei fumetti, dove in una striscia di meta` anni ottanta, Qui, Quo, Qua e Paperino si trovano all’Osservatorio di “Campo Governatore”, sul massiccio del “Gran Masso”. 

Oggi continuiamo a chiamarlo “Il Gran Sasso d’Italia” e speriamo sia cosi` anche in futuro… 


Bibliografia per approfondimenti: Paolo Paci, Il Respiro delle montagne, Milano: Sperling & Kupfer, 2016, pp. 311.